lug 19, 2024 - minuto di letturaminuti di lettura

Che cos'è il tartaro? Scopri come prevenirne la formazione

Il tartaro dentale rappresenta un problema comune derivante dall'accumulo di placca sui denti. La corretta igiene orale è fondamentale non solo per prevenire la formazione del tartaro, ma anche per mantenere il benessere generale dell'organismo. Questo articolo esamina in dettaglio il tartaro, le sue cause e le strategie di prevenzione.

Argomento

Introduzione

La cavità orale è un ambiente dinamico, popolato da batteri e altri microrganismi introdotti attraverso l'alimentazione, le bevande e la respirazione. Normalmente, esiste un equilibrio delicato in questo ecosistema, ma possono insorgere problemi quando certi ceppi batterici diventano dominanti. La presenza di tartaro, sulla superficie dei denti o sotto le gengive, è dovuta principalmente all'accumulo di residui alimentari nel cavo orale; questi vengono colonizzati dai batteri, formando una pellicola incolore (o di colore biancastro), ovvero la placca batterica. In caso la placca non venisse rimossa, attraverso le comuni pratiche di igiene orale, potrebbe calcificarsi (già entro 18 ore) e dar vita alla formazione di tartaro [1].

Il tartaro, quindi, è placca batterica calcificata (la composizione esatta del tartaro sarà illustrata nel paragrafo seguente) che aderisce alla superficie dentale. [1] Un'eccessiva formazione di tartaro può rappresentare un rischio per la salute orale, essendo una delle principali cause di carie dentale e dei più comuni disturbi gengivali.

Il tartaro si accumula su denti e gengive a causa del deposito di minerali che aderiscono alla superficie dentale e gengivale, che con il tempo diventano irremovibili con il solo spazzolamento e che pertanto richiedono l'intervento di ablazione da parte di un dentista mediante strumenti specifici presenti nel suo studio. Cromaticamente, il tartaro può variare dal giallognolo al biancastro, fino al grigio scuro.

A seconda della localizzazione, il tartaro può intaccare la superficie dei denti (sopragengivale) o penetrare all'interno delle gengive; in quest'ultimo caso, si parla di tartaro sottogengivale, che rappresenta una condizione particolarmente pericolosa in quanto può compromettere gravemente le tasche parodontali, favorendo l'insorgenza di patologie dentali e gengivali come la parodontite.

Che cosa è il tartaro?

La placca (dentale) è una pellicola appiccicosa che si forma quotidianamente sui denti, avvertibile al tatto come una patina scivolosa o ruvida. In ambito scientifico, la placca è definita "biofilm" poiché è una comunità di microrganismi avvolta da una matrice polimerica adesiva. Questa pellicola facilita l'adesione dei microrganismi alle superfici orali, permettendo loro di proliferare in microcolonie [2].

Il consumo di carboidrati, alimenti e bevande zuccherati fornisce nutrimento ai batteri, che producono acidi durante il loro metabolismo. Questi acidi possono causare problemi dentali come carie, gengiviti e altre forme di deterioramento dentale [2].

In caso di scarsa attenzione all’igiene orale, la placca provoca la formazione del tartaro, una sostanza dura e resistente che si deposita nel solco gengivale, tra denti e gengive, sulla base.

Quando il biofilm della placca viene lasciato crescere indisturbato, gli ioni di calcio e fosfati derivati dalla saliva e dal fluido crevicolare gengivale (GCF) possono depositarsi negli strati più profondi della placca dentale; la calcificazione è accelerata dalle fosfatasi e proteasi batteriche che degradano alcuni degli inibitori della calcificazione presenti nella saliva (staterina e proteine ricche di prolina). Questi processi portano alla formazione di cristalli minerali insolubili che si coagulano formando una massa altamente calcificata, con un contenuto inorganico simile a quello di ossa, dentina e cemento.

I cristalli si sviluppano inizialmente nella matrice intercellulare e sulle superfici batteriche, e infine all'interno dei batteri stessi. La superficie del tartaro rimane sempre coperta da uno strato di biofilm di placca dentale non calcificata.

La formazione dei cristalli stabilisce un'adesione salda del tartaro alle superfici dentali. Questi cristalli minerali riempiono le cavità e le irregolarità della superficie del dente, seguendo i contorni dello smalto, del cemento e della dentina. [3]

Composizione del tartaro

Circa l'80% del peso a secco del tartaro è costituito da materiale mineralizzato (idrossiapatite), mentre il 20% è composto da un gruppo di composti organici. La parte inorganica del tartaro dentale, sia sopragengivale che sottogengivale, è costituita principalmente da sali minerali di fosfato di calcio, che formano cristalli di idrossiapatite, whitlockite di magnesio, octacalcio fosfato e brushite. [3]

Il tartaro si riconosce perché ha un colore che va dal giallo al marrone e aderisce molto bene ai denti. Se la placca non viene rimossa nell'ambito di un'igiene dentale approfondita e quotidiana, la rimozione (ablazione) del tartaro dovrà essere eseguita da un dentista o da un odontotecnico durante un procedimento ambulatoriale denominato detartrasi, la cui versione più moderna sfrutta gli ultrasuoni.

Questa tecnica di ablazione del tartaro è estremamente efficace in parodontologia per prevenire il rischio di infezioni gengivali acute. La detartrasi ultrasonica infatti si serve dell’emissione di ultrasuoni per rimuovere il tartaro dai denti e viene facilmente eseguita dal dentista tramite un ablatore che si avvale di un getto di acqua pressurizzata. In questo modo, oltre a ridurre dolore e disagio per il paziente, si ottiene anche lo sbiancamento dei denti oltre alla prevenzione di ulteriori danni a denti e gengive.

Se è vero che la pulizia dentale professionale eseguita dal dentista è indispensabile, con una frequenza di ogni sei mesi o una volta all'anno, è altrettanto vero che è altamente consigliabile presentarsi all'appuntamento con un'ottimale condizione orale. Il dentista o l'igienista dentale, dotati di strumenti spesso non graditi alla vista, potranno intervenire con maggiore efficacia. Pertanto, come è possibile mantenere una corretta igiene orale a casa per combattere la placca dentale e prevenire la formazione del tanto temuto tartaro?

Come prevenire la formazione del tartaro

Perché la salute dei denti e dell’intero organismo venga protetta e preservata, vi sono corrette abitudini e procedure di igiene orale da apprendere e seguire fin da bambini; regole da considerarsi inderogabili e che aiutano nel prevenire la formazione del tartaro.

Pulizia quotidiana

Una delle finalità per cui è raccomandato osservare una scrupolosa igiene orale, è evitare che il tartaro si depositi nel solco sotto gengivale. È, quindi, importante osservare una pulizia quotidiana del cavo orale, che preveda un lavaggio di almeno tre volte al giorno, vale a dire dopo i pasti, con spazzolino e dentifricio, tutte le volte cioè che la bocca entra in contatto con alimenti e bevande (in particolare se ricche di zuccheri) di ogni genere.

Lo spazzolamento regolare dei denti, che elimina i residui di cibo, è quindi il primo passo di una cura orale corretta che scongiura il rischio di proliferazione del biofilm batterico dentale e la sua conseguente trasformazione in tartaro. A corredo dello spazzolino da denti con le setole giuste, vi è è caldamente raccomandato l’uso del filo interdentale, dello scovolino e, in ultima istanza, del collutorio per completare la procedura di pulizia; l'ideale è usare il collutorio almeno due volte al giorno.

Tra le zone in cui il tartaro si deposita più facilmente vi è la base degli incisivi inferiori ed è dunque lì che bisogna prestare maggiore attenzione. Tuttavia, è chiaro che la cura e il giusto spazzolamento di denti e gengive debba interessare tutto il cavo orale.

Lavare i denti, però, non basta se non si conosce il modo corretto in cui farlo. Lavarsi i denti senza prestare attenzione a quello che si fa, con movimenti casuali o, peggio, non dedicare il tempo necessario a spazzolare non garantisce una efficace igienizzazione del cavo orale e la bocca, con il passare del tempo, potrebbe essere esposta all'insorgenza di patologie come parodontite, carie e gengiviti.

Durata dello spazzolamento

Affinché denti e gengive beneficino della quotidiana rimozione di residui di cibo e placca, il tempo minimo di durata deve essere di 2 minuti. In caso si utilizzi uno spazzolino normale, i movimenti dovranno avvenire in senso verticale e mai in senso orizzontale.

Oltre al collutorio, fortemente consigliato, e al filo interdentale, esiste un altro strumento di facile utilizzo, finalizzato ad una completa igiene orale e prevenzione del tartaro: lo scovolino.

Perché usare lo scovolino per il tartaro

La cura del cavo orale si traduce in una perfetta azione quotidiana di prevenzione quando a coadiuvare il lavoro degli altri strumenti come spazzolino, dentifricio, filo interdentale e collutorio, si usa anche lo scovolino. Evitare sigarette, altri derivati del tabacco e alimenti pigmentanti come la liquirizia o ridurre la quantità di caffè consumato può contribuire a preservare il colore naturale dello smalto ed evitare che i denti ingialliscano.

Lo scovolino è uno strumento fondamentale per la pulizia degli spazi interdentali. È formato da un piccolo manico e da una testina che può avere una forma conica cilindrica che permetterà di eliminare i residui di cibo che vanno a depositarsi tra un dente e l’altro, alla base del solco gengivale. Lo scovolino non deve sostituire lo spazzolino: è uno strumento di supporto che è consigliato introdurre nella propria routine di igiene orale quotidiana, al fine di ridurre al minimo i rischi di formazione di tartaro

Usare lo scovolino prima di procedere allo spazzolamento dei denti con spazzolino e dentifricio aiuta l’azione di quest’ultimo che più facilmente riesce a raggiungere e quindi a pulire e a disinfettare gli spazi alla base dei denti e tra un dente e l’altro.

L’uso dello scovolino consiste nell'esecuzione di movimenti dall’alto verso il basso se si sta agendo sull’arcata superiore, e dal basso verso l’alto se ci si sta occupando dell’arcata inferiore. Una volta verificato di aver rimosso tutto lo sporco presente, si può procedere con la pulizia dello spazio successivo.

Si consiglia un passaggio dello scovolino, tra un dente e l’altro, per almeno tre volte, per poi proseguire con la normale pulizia attraverso lo spazzolamento e l’uso del collutorio (i collutori a base di clorexidina sono particolarmente utili per i trattamenti di disturbi del cavo orale e dei tessuti della gengiva [4]), molto utile anche per prevenire la fastidiosa alitosi. Si raccomanda l'utilizzo dello scovolino almeno due volte al giorno e, in ogni caso, si consiglia di usarlo prima di andare a dormire.

L’azione dello scovolino è, inoltre, un’ottima alleata della salute gengivale perché con il massaggio delle sue setole aiuta la circolazione del sangue e può contribuire a prevenire infiammazioni che potrebbero degenerare nel ritrarsi delle gengive.

Si ricorda, infine, che la sola igiene dentale effettuata a casa potrebbe non essere sufficiente per prevenire disturbi e problemi a denti e gengive. Si raccomanda una periodica visita di controllo e di ablazione del tartaro presso uno specialista in odontoiatria, al fine di preservare le strutture esterne e interne dei denti, diminuire l'incidenza dell'alitosi e contrastare la recessione gengivale, quest'ultima responsabile di possibili cadute premature dei denti, privati del loro sostegno.

In sintesi

La cavità orale è un ambiente complesso e dinamico, popolato da batteri e altri microrganismi introdotti attraverso alimenti, bevande e la respirazione. In condizioni normali, esiste un delicato equilibrio in questo ecosistema, che può essere compromesso quando certi ceppi batterici diventano predominanti. L'accumulo di residui alimentari nel cavo orale porta alla formazione della placca batterica, una pellicola incolore o biancastra che aderisce ai denti. Se la placca non viene rimossa attraverso un'igiene orale appropriata, si calcifica entro 18 ore, trasformandosi in tartaro.

Il tartaro, quindi, è placca batterica calcificata che aderisce alla superficie dei denti. L'eccessiva formazione di tartaro non costituisce solo un problema per l'estetica del paziente, ma rappresenta un rischio significativo per la salute orale, essendo una delle principali cause di carie dentale e disturbi gengivali. Si accumula sia sulla superficie dentale (tartaro sopragengivale) sia sotto le gengive (tartaro sotto gengivale), quest'ultimo particolarmente pericoloso poiché può compromettere gravemente le tasche parodontali e favorire l'insorgenza di parodontite.

La rimozione del tartaro è fondamentale per mantenere la salute orale. La tecnica di detartrasi, eseguita dal dentista, utilizza strumenti specifici e ultrasuoni per eliminare il tartaro e prevenire ulteriori danni ai denti e alle gengive. È essenziale mantenere una corretta igiene orale quotidiana, comprendente spazzolamento, uso del filo interdentale e scovolino, e sciacqui con collutorio. Tuttavia, queste pratiche domiciliari devono essere integrate da regolari visite dal medico dentista per garantire una pulizia approfondita e prevenire malattie del cavo orale.

Fonti e bibliografia

  1. Il tartaro, cos'è e come combatterlo [Sant'Agostino] URL: https://www.santagostino.it/it/santagostinopedia/tartaro
  2. Dental Plaque [Healthline] URL: https://www.healthline.com/health/dental-and-oral-health/plaque
  3. Calculus (dental): overview [Science Direct] URL: https://www.sciencedirect.com/topics/medicine-and-dentistry/calculus-dental
  4. Current uses of chlorhexidine for management of oral disease: a narrative review [Elsevier, 2020] URL: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7567658/

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