mag 31, 2021 - minuto di letturaminuti di lettura

Impianti dentali: cosa sono e come funzionano

Perdere un dente è sempre un evento spiacevole, ma per fortuna risolvibile grazie agli impianti dentali. Queste protesi fisse, per nulla dolorose, vi faranno ritrovare il sorriso e la voglia di mangiare! Scoprite come vengono applicate e di quali materiali sono composti in questa piccola guida.

Argomento

La perdita di uno o più denti naturali è un evento spiacevole e invalidante che può creare danni alla bocca e al sorriso sia dal punto di vista funzionale sia da quello estetico. Fortunatamente i rimedi per la sostituzione dei denti naturali con quelli artificiali si sono evoluti nel corso del tempo, grazie all’avvento dell’implantologia dentale.

Prima di essa, infatti, il ripristino del dente mancante prevedeva l’applicazione di protesi fisse che venivano inserite nei denti vicini a quelli mancanti attraverso corone e ponti dentali. In alternativa venivano create delle protesi mobili parziali o totali, che spesso si rivelavano una soluzione provvisoria.

Oggi invece grazie all’uso delle nuove tecniche di implantologia dentale, ai progressi in ortodonzia e in endodonzia, ma anche grazie a una maggiore attenzione nel campo della prevenzione di carie dentarie e di parodontite, la perdita dei denti viene risolta con protesi fisse che non coinvolgono i denti integri e che costituiscono una soluzione definitiva che dura per tutta la vita.

Per scoprire nel dettaglio in cosa consiste un impianto dentale, i suoi benefici e le sue modalità di costruzione e di applicazione continuate la lettura di questo articolo!

Che cos'è un impianto dentale

Un impianto dentale è una protesi fissa che viene utilizzata per coprire lo spazio lasciato libero da uno o più denti. La protesi artificiale, che viene applicata, assume la funzione della radice naturale del dente sulla quale poi viene applicata la capsula in ceramica.

I vantaggi sono notevoli non solo in termini di estetica, ma anche per la salute orale del paziente. Grazie all’impianto dentale infatti ogni persona ritrova la voglia di parlare e di sorridere recuperando fiducia in se stesso. Allo stesso tempo, grazie al ripristino dei denti mancanti, la masticazione dei cibi non viene compromessa e di conseguenza ne giova anche la digestione e la salute dell’intero cavo orale che può essere pulito e curato in maniera semplice e facile con spazzolino e dentifricio.

Gli impianti dentali sono quindi una delle migliori soluzioni per tutti coloro che hanno perso uno o più denti in seguito a cause diverse, quali le malattie paradontali o i traumi dentali.

Nel dettaglio, le tre le parti che costituiscono un impianto dentale sono:

  • La vite endossea che è la radice del dente. Si tratta di un elemento dell'impianto dentale filettato, dalla forma cilindrica simile a una vite, che prende il posto della radice naturale del dente. La vite viene inserita all’interno dell’osso mandibolare o mascellare per permetterne l’unione con la protesi. Questo processo prende il nome di osteointegrazione: da esso dipenderà la corretta integrazione della radice artificiale con il tessuto osseo e l’intera solidità dell'impianto dentale;
  • L'abutment (o componente transmucosa) è invece una piccola struttura in metallo o in ceramica che collega la vite endossea alla protesi dentaria vera e propria;
  • La protesi dentaria, infine, è la corona artificiale che va a sostituire visivamente il dente naturale mancante. Si tratta quindi della parte esterna dell'impianto dentale che ha il compito di coprire la zona priva di denti e di svolgere le funzioni principali del dente.

Le dimensioni di un impianto dentale non sono universali, ma dipendono dalla quantità di osso mascellare o mandibolare disponibile: maggiore è il tessuto osseo a disposizione, più lunga sarà la vite endossea e viceversa.

Come funziona un impianto dentale

L’impianto dentale svolge la funzione di pilastro e di base per la collocazione della protesi dentale. In questo modo il paziente potrà tornare a mangiare, parlare e a sorridere senza notare nulla di estraneo o fastidioso in bocca.

Gli impianti dentali più avanzati, inoltre, sono realizzati con materiali biocompatibili che riducono al minimo il rischio di rigetto e favoriscono l’osteointegrazione.

Attualmente per la vite endossea il materiale che viene preferito è il titanio, in quanto risponde a quelle caratteristiche di biocompatibilità che permettono di ridurre il rischio di traumi da rigetto e favoriscono la completa integrazione fra l’impianto e l’osso. Per quanto riguarda la protesi invece, questa viene realizzata di solito in ceramica: un materiale particolarmente duro e resistente che permette di avere un dente artificiale del tutto simile a quello naturale.

Grazie all’integrazione dell’impianto dentale nell’osso, dunque, il nuovo elemento avrà tutta la resistenza e la forza tipica dei denti naturali, con un risultato finale che di fatto sarà una copia del dente originale, sia come apparenza estetica che come resistenza.

Ricapitolando, l’applicazione di un impianto dentale ha lo scopo e il vantaggio di:

  • ristabilire la funzione masticatoria e la funzione fonetica del paziente, laddove queste siano state compromesse a causa della mancanza di uno o più denti;
  • ridare al sorriso un aspetto estetico normale;
  • prevenire lo spostamento dei denti sani vicini alla zona priva di denti;
  • permettere la corretta distribuzione sulla dentatura della cosiddetta forza del morso.

Come si fa un impianto dentale

Iniziamo col dire che la procedura di applicazione di un impianto dentale è un intervento chirurgico a tutti gli effetti, che prevede generalmente l'anestesia locale e solo in alcuni casi quella generale.

Quando si decide di effettuare degli interventi di implantologia dentale, il primo passo da compiere è quello di sottoporsi a una visita odontoiatrica presso uno studio dentistico per valutare la propria situazione clinica.

L'odontoiatria deve prima di tutto verificare che non ci siano condizioni patologiche nel paziente come carie, infiammazioni dei tessuti gengivali, piorrea o altri disturbi che appartengono alla paradontologia. In seguito, deve assicurarsi che il volume osseo sia sufficiente per l'applicazione dell'impianto, altrimenti dovrà procedere con una terapia di rigenerazione ossea o con innesti di tessuti ossei.

Infine il dentista potrà procedere con una seduta di radiografia a raggi X della bocca per ricavarne le impronte dentali. Grazie a questo esame il medico raccoglie infatti una serie di informazioni relative all'anatomia della mascella e della mandibola, al fine di creare un impianto dentale adatto alle esigenze dei pazienti e di pianificare con precisione le varie tappe dell’intervento vero e proprio.

Alcuni dentisti inoltre, prima di procedere con la seduta chirurgica preferiscono dare al paziente una piccola terapia a base di antibiotici per migliorare la qualità della vita nella fase successiva all’intervento ed evitare infezioni nei primi giorni.

Superato questo esame, si procede con l’operazione di inserimento dell'impianto dentale che, previa anestesia locale della gengiva interessata, prevede i seguenti passaggi:

  • L'incisione della gengiva e la sua apertura per rendere visibile l'osso;
  • La foratura dell'osso in cui andrà inserita la vite endossea;
  • L'inserimento della vite endossea, da cui dipenderà la solidità finale dell'intero impianto dentale;
  • L'aggancio alla vite endossea dell’abutment e della protesi dentaria.

L'ultimo passaggio può avvenire subito dopo l’inserimento della vite endossea oppure a distanza di qualche settimana dall'inserimento della vite, quando è in corso il processo di osteointegrazione.

Gli effetti dell'anestesia locale svaniscono nell'arco di poche ore, dopo le quali il paziente recupera completamente la sensibilità a livello della bocca. Gli effetti dell'anestesia generale invece possono proseguire per un'intera giornata, durante la quale le persone possono sperimentare un generale senso di stordimento, scarsa ricettività agli stimoli, nausea e vomito. Non si tratta di problemi gravi, ma è sempre bene avere l'aiuto di un parente o un amico, almeno fino al giorno seguente l'intervento d'installazione dell'impianto dentale.

Quanto può durare un impianto dentale

L’impianto dentale costituisce in genere una soluzione definitiva, con regolari controlli ed eventuali adeguamenti. Se installato nel modo corretto, gestito e soprattutto pulito con una quotidiana attenzione alla cura dentale, può durare tranquillamente per almeno 10-15 anni.

La prognosi, quindi, tende a essere favorevole, a patto che il paziente si impegni nel pulire la protesi dentaria in modo adeguato, usando strumenti specifici come lo spazzolino post-chirurgico e, infine, si sottoponga ai controlli di manutenzione fissati con il dentista curante.

Gestire in maniera adeguata e lavare con cura i propri denti soprattutto in caso di impianto dentale è infatti fondamentale per prevenire ogni tipo di disturbo del cavo orale e per non rischiare di pregiudicare la durata dell'impianto stesso.

Ecco perché in caso di intervento chirurgico è sempre consigliabile utilizzare uno spazzolino da denti delicato costituito da setole morbide per evitare di generare qualsiasi tipo di dolore e fastidio a denti e gengive.

Dopo un intervento di chirurgia orale, infatti, è perfettamente normale che la bocca sia un po' dolorante e sensibile. In queste condizioni, lavarsi i denti può essere fastidioso, ma mantenere puliti i denti e le gengive è estremamente importante per una rapida guarigione.

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