
Piorrea: che cos'è e come si cura
Tra le principali infiammazioni che colpiscono denti e gengive, la piorrea (conosciuta più comunemente come parodontite) è una delle più comuni e serie. Sebbene il termine “piorrea” sia oramai superato e si riferisca agli stadi più avanzati della malattia, viene ancora comunemente usato per indicare l’infiammazione dei tessuti che sostengono il dente.
La parodontite, infatti, è una patologia infiammatoria che colpisce il parodonto, ovvero l’insieme dei tessuti di supporto del dente: gengiva, legamenti parodontali, cemento radicolare e osso alveolare. E, se non trattata adeguatamente, può compromettere la stabilità dei denti, fino a causarne la perdita.
In questo articolo esploreremo i sintomi principali per riconoscere la malattia, le cause che possono provocarla e i rimedi e trattamenti disponibili per curare questa condizione, con particolare attenzione al ruolo fondamentale della prevenzione e di una corretta igiene orale.

Che cos'è la piorrea?
Il termine “piorrea” deriva dal greco (pyo, che significa pus, e rhéō, che vuol dire scorrere) e letteralmente indica la "fuoriuscita di pus”. In ambito odontoiatrico, questo termine si riferisce all’ultima fase della malattia parodontale, caratterizzata da tre condizioni principali: la fuoriuscita di sangue e pus dal parodonto, la mobilità del dente colpito e l’incapacità del dente stesso di svolgere la sua funzione masticatoria.
Tale condizione è generalmente la conseguenza di una parodontite e non trattata tempestivamente. Questa patologia può colpire persone di tutte le età, ma risulta particolarmente diffusa tra gli adulti: si stima che ne soffra circa il 50% delle persone sopra i 35 anni, percentuale che sale a quasi il 70% negli over 65 [1].
Nelle fasi iniziali, la malattia provoca perdita di attacco clinico e perdita ossea, ma senza coinvolgere direttamente la radice del dente. In questa fase, il trattamento non invasivo ha alte probabilità di successo e può evitare l’insorgere di complicazioni più gravi.
Per evitare che la parodontite degeneri in piorrea, è fondamentale riconoscere tempestivamente i sintomi e le cause. Una diagnosi precoce da parte del dentista, infatti, unita a visite di controllo regolari e a trattamenti appropriati, consente di monitorare la salute gengivale, prevenire il sanguinamento, la mobilità e la perdita degli elementi dentali.
Se non trattata, questa condizione iniziale può evolvere in un’infiammazione cronica del parodonto, che coinvolge tutti i tessuti di supporto del dente.
Oggi in odontoiatria si preferisce usare i termini “parodontite” o “malattia parodontale”, che sono più precisi e scientificamente corretti. Il termine “piorrea” è ormai considerato obsoleto e viene usato in modo impreciso per indicare questa malattia, che spesso si manifesta con sintomi come sanguinamento delle gengive e fuoriuscita di pus.
Ma cosa succede ai denti e alle gengive colpite dalla parodontite?
La parodontite rappresenta l'evoluzione e, spesso la fase finale, della gengivite. Quando un dente è colpito da malattia parodontale, l'infiammazione del parodonto provoca il distacco delle gengive dai denti, dando origine alle cosiddette tasche parodontali. Queste tasche si riempiono di batteri e placca causando un danno progressivo all’osso alveolare, che perde altezza e compromette la stabilità del dente.
Se non trattata velocemente e con terapie adeguate, la malattia può portare a conseguenze gravi: i denti cominciano a vacillare, perdono la loro funzione masticatoria e cadono spontaneamente. Quando si giunge a questo stadio diventa impossibile salvare il dente e, in questi casi, si parla di parodontopatia espulsiva, una condizione irreversibile.
La parodontologia si occupa dello studio e del trattamento delle diverse forme di parodontopatie. La più comune di queste è la malattia parodontale cronica ed è proprio a questa condizione che molti professionisti come l'igienista dentale si riferiscono quando usano il termine piorrea. Sebbene tecnicamente improprio, quest'ultimo termine risulta spesso più comprensibile per i pazienti, che lo associano immediatamente alla malattia gengivale avanzata e alla perdita dei denti.
La piorrea è, dunque, un’infiammazione che può distruggere completamente l'apparato di sostegno dei denti.
Anche se più raramente, la piorrea può colpire anche i bambini. Nell’età pediatrica, questa malattia è spesso legata a condizioni anatomiche particolarmente sfavorevoli che possono facilitare la perdita di tessuto gengivale. Una scarsa igiene e l’infiammazione che ne consegue possono aggravare le lesioni, e richiedendo, nei casi più gravi, interventi chirurgici, finalizzati alla ricostruzione dei tessuti e alla protezione dell’osso alveolare, per evitare la perdita dei denti.
Inoltre, sia nei bambini che negli adulti, se non trattata, la piorrea non compromette soltanto la salute orale, ma può avere effetti negativi anche su altri organi e sistemi dell'organismo. Studi recenti hanno, infatti, evidenziato una correlazione tra le malattie parodontali e un aumentato rischio di patologie sistemiche, tra cui malattie cardiovascolari [2], diabete [3] e disturbi respiratori.
L’infiammazione cronica causata dalla parodontite, infatti, può facilitare il passaggio di batteri dal cavo orale al flusso sanguigno, contribuendo ad aggravare altre condizioni preesistenti o predisponenti.
Cause della piorrea
Le cause e i fattori di rischio che provocano l’infiammazione del parodonto sono molteplici e variegate. Oltre a comportamenti e abitudini scorrette esistono anche predisposizioni genetiche e altri elementi che possono accelerare il processo infiammatorio, portando allo sviluppo della malattia in questione.
La causa principale della piorrea è, senza dubbio, una scorretta e non accurata pulizia del cavo orale. Prendersi cura della salute dei propri denti, seguendo poche e semplici regole, è un elemento fondamentale per prevenire numerosi disturbi del cavo orale.
Infatti, l’uso quotidiano di spazzolino, scovolino interdentale e filo interdentale, abbinato a sedute periodiche di rimozione del tartaro (anche con tecniche come il laser), permette di mantenere una bocca sana, sia nei bambini che negli adulti.
In assenza di un'adeguata pulizia i batteri si accumulano sulla superficie dei denti, dando origine alla formazione di placca batterica. Con il passare del tempo, questa si trasforma in tartaro. Le tossine e gli enzimi prodotti dai batteri penetrano nelle gengive, innescando un processo infiammatorio che può provocare dolore, gonfiore e sanguinamento gengivale.
Se la placca e il tartaro vengono rimossi attraverso un’adeguata pulizia professionale, il problema può essere risolto, poiché il tessuto infiammato ha possibilità di tornare alla normalità.
In caso contrario, se il problema viene trascurato, l’infiammazione continua a progredire e intensificarsi. In parodontologia, questo processo viene descritto come una progressiva retrazione gengivale che porta alla formazione delle cosiddette “tasche parodontali”. In seguito, anche l'osso di supporto viene compromesso, si formano i primi ascessi locali e i denti iniziano a muoversi o a spostarsi dalla propria sede naturale. Le tasche parodontali aumentano di progressiva profondità fino a compromettere gravemente la stabilità del dente, che può arrivare a cadere spontaneamente. Quando il danno all’osso alveolare è particolarmente esteso, si parla di “piorrea alveolare”: una fase avanzata della malattia, caratterizzata dalla fuoriuscita di pus dall’alveolo dentale e da profonde alterazioni dei tessuti di supporto.
Queste fasi evolvono molto lentamente spesso anche in modo asintomatico, quindi non doloroso. Per questo motivo, l’assenza dell’elemento dolore, può portare a confondere la piorrea con una forma più lieve di gengivite, con il rischio che la malattia parodontale venga rilevata troppo tardi, quando ormai è necessario ricorrere a interventi chirurgici complessi.
È evidente che una scarsa igiene orale, da sola, non può esser sufficiente a produrre un’infiammazione complessa come la piorrea. Esistono, infatti, numerosi fattori che possono aumentare il rischio di accumulo di placca e tartaro. Tra questi rientrano il fumo, le anemie e le carenze nutrizionali, alcune patologie sistemiche come il diabete, lo stress prolungato e una predisposizione genetica. Anche gli squilibri metabolici e immunitari possono contribuire a compromettere la salute del parodonto, rendendo l’organismo meno efficiente nel contrastare l’infiammazione.
Riassumendo, le cause principali che possono favorire l’insorgenza della piorrea sono le seguenti.
- Cattive a condizioni e di salute generale, che compromettono la capacità dell’organismo di reagire efficacemente agli agenti patogeni.
- Fattori organici o genetici che, riducendo le difese immunitarie, aumentano la suscettibilità alle infezioni: tra questi rientrano patologie come anemia, anoressia e altre malattie sistemiche.
- Igiene orale inadeguata, ovvero la mancanza di una pulizia quotidiana accurata dei denti e degli spazi interdentali.
- Accumulo di placca e tartaro, che costituisce il terreno ideale per la proliferazione batterica e l’infiammazione gengivale.
- Gengiviti e carie non trattate, che possono evolvere in forme più gravi di infezione parodontale.
- Assenza di controlli regolari dal dentista e mancata partecipazione a sedute periodiche di igiene professionale.
- Abitudini nocive legate al consumo eccessivo di tabacco e alcol, che aggravano l’infiammazione e ostacolano la guarigione dei tessuti.
- Riabilitazioni dentali eseguite in modo scorretto, come otturazioni, protesi, ponti o un impianto mal progettati, che possono compromettere la salute del parodonto.
- Affollamento dentale o mal posizionamento dei denti: fattori che non solo compromettono l'estetica del sorriso, ma possono anche rendere difficile una corretta igiene orale quotidiana.
Oltre alle cause già menzionate, esistono ulteriori fattori che possono aggravare o favorire l’insorgenza della piorrea.
Tra questi, l’assunzione prolungata di alcuni farmaci, come antidepressivi, antipertensivi, antiepilettici o immunosoppressori, può ridurre la produzione di saliva (xerostomia) o provocare un’eccessiva crescita del tessuto gengivale, creando così condizioni favorevoli all’accumulo di placca [4].
Anche le variazioni ormonali, tipiche di momenti specifici della vita come la pubertà, la gravidanza o la menopausa, possono aumentare la sensibilità delle gengive e la risposta infiammatoria locale [5].
A questo si aggiunge un’alimentazione sbilanciata, povera di micronutrienti essenziali o eccessivamente ricca di zuccheri semplici, che crea un ambiente favorevole alla proliferazione batterica.
Infine, anche l’esposizione a inquinanti ambientali può alterare l’equilibrio del microbiota orale, aumentando il rischio di infiammazioni gengivali croniche [6].
Sintomi della piorrea
Come accennato in precedenza, la piorrea ha un decorso lento e, inizialmente, privo di sintomi evidenti. Proprio per questo motivo, la malattia è difficile da individuare precocemente, e ci si accorge di esserne colpiti solo quando l’infiammazione è già avanzata.
Per questo motivo, è importante riconoscere i sintomi precoci che fungono da campanelli d’allarme per prevenire complicanze future. È utile, quindi, distinguere tra sintomi precoci, che indicano l’insorgenza del problema, e sintomi tardivi, che segnalano uno stadio più avanzato della patologia.
Sintomi precoci della piorrea
I primi segnali comprendono:
- infiammazione gengivale con gonfiore e arrossamento;
- leggero sanguinamento delle gengive durante la pulizia dei denti o la masticazione;
- forte sensibilità ai cambiamenti termici di denti e gengive;
- cattivo sapore in bocca;
- apparente allungamento dei denti dovuto al ritiro gengivale;
- accumulo visibile di placca o tartaro lungo il margine gengivale;
- modifica lieve della posizione dei denti;
- maggiore sensibilità ai cibi zuccherati, dovuta all'infiammazione del parodonto.
Sintomi tardivi della piorrea
Quando la malattia parodontale è già in fase avanzata, i sintomi diventano più evidenti e gravi. Tra questi ci sono:
- sanguinamento gengivale severo e persistente;
- alito pesante;
- recessione gengivale con esposizione delle radici dentali;
- comparsa di spazi tra i denti (diastemi);
- formazione di tasche parodontali;
- mobilità dentale marcata;
- cambiamenti nell’occlusione dentale, con sensazione che “i denti non chiudano più bene”;
- perdita spontanea dei denti nei casi più gravi e trascurati.
Riconoscere tempestivamente i sintomi della piorrea è fondamentale per intervenire prima che la malattia raggiunga uno stadio avanzato e irreversibile. La prevenzione, una corretta igiene orale quotidiana e controlli periodici dal dentista o da specialisti dell’igiene dentale rappresentano le armi più efficaci per proteggere la salute del parodonto, preservando nel tempo la funzionalità e l’estetica del sorriso.
Come curare la piorrea
In passato, l’unica soluzione per la piorrea era rappresentata dall’applicazione della dentiera. Oggi, fortunatamente, questo rimedio appare sempre più come un ricordo lontano, grazie ai notevoli progressi compiuti dall'odontoiatria chirurgica. Sebbene il ricorso all’implantologia resti ancora una valida opzione, esistono attualmente molteplici soluzioni terapeutiche per affrontare efficacemente questa patologia.
Per curare e risolvere le problematiche causate dalla piorrea, il dentista può optare per interventi di chirurgia plastica parodontale, che possono interessare la ricostruzione della gengiva tramite innesti, la rigenerazione dell'osso con membrane di goretex o, nei casi peggiori, l'impianto di nuovi denti su viti al titanio fissate nell'osso su cui viene poi montato un dente artificiale.
Il trattamento della piorrea inizia con un sondaggio parodontale, spesso eseguito con il supporto del laser per valutare il grado di sanguinamento, la retrazione gengivale, la profondità delle tasche parodontali e la perdita di supporto dei denti.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario eseguire una serie di esami radiografici per analizzare lo stato di salute dell’osso residuo, oltre a test microbiologici su campioni di placca, utili per rilevare i batteri responsabili dell’infiammazione.
Generalmente, la piorrea è curabile anche nelle sue forme più avanzate. L’importante è che la terapia inizi prima che la malattia diventi espulsiva e provochi la caduta dei denti. L’obiettivo del trattamento è la rimozione e la distruzione di tutti i fattori che contribuiscono alla patologia, attraverso la levigatura delle radici dentali, che permette di rimuovere i tessuti infetti e favorire il riattacco dell’epitelio alla superficie della radice.
In ogni caso, come per ogni malattia che riguarda il cavo orale, prevenire è meglio che curare.
Ad oggi, la malattia parodontale è una condizione molto diffusa che colpisce in media tre adulti su quattro, nel corso della vita. La prevenzione della piorrea inizia con una corretta igiene orale quotidiana, finalizzata al controllo della placca batterica, principale responsabile dell’infiammazione gengivale. È inoltre raccomandata l’eliminazione di abitudini nocive, come il fumo, riconosciuto come un rilevante fattore di rischio per la salute parodontale.
È importante quindi utilizzare i prodotti giusti, adottando le soluzioni offerte dalla linea Cura avanzata delle gengive di GUM. La gamma comprende collutorio, dentifricio, spazzolino, scovolino, filo interdentale, nonché integratori alimentari e le compresse rivelatrici di placca. Queste ultime consentono di evidenziare visivamente la placca presente sulle superfici dentali, favorendone la rimozione. Fra i farmaci più usati nella terapia contro la piorrea si annovera la clorexidina, disponibile in diverse formulazioni come: crema topica, compresse orali e collutorio, utile anche in caso di alitosi.
A supporto dell’igiene orale quotidiana, si raccomanda di effettuare una visita odontoiatrica di controllo ogni sei mesi e almeno una seduta di igiene dentale professionale all’anno. Queste pratiche permettono di monitorare lo stato di salute del cavo orale e di prevenire l’evoluzione di eventuali patologie.
Nel trattamento della piorrea, l’educazione e la motivazione del paziente rivestono un ruolo centrale. Il successo a lungo termine della terapia dipende in larga misura dalla capacità del paziente di comprendere l’importanza delle cure e di mantenere nel tempo comportamenti corretti. È fondamentale che il paziente sia consapevole della gravità della malattia parodontale e delle sue possibili conseguenze, come la perdita dei denti o l’impatto negativo sulla salute generale. Una comunicazione chiara e personalizzata da parte del professionista favorisce lo sviluppo di un senso di responsabilità e una maggiore adesione alla terapia.
È essenziale, inoltre, che il paziente applichi con costanza le tecniche più appropriate per la rimozione della placca, utilizzando spazzolino, filo interdentale, scovolini e collutori in base alle indicazioni ricevute. L’impegno personale deve poi estendersi anche alle abitudini di vita. Solo con la partecipazione attiva e consapevole del paziente è possibile ottenere risultati duraturi nella cura della piorrea.
Prevenzione
La prevenzione della parodontite è un processo continuo e multidimensionale che richiede impegno costante, consapevolezza e una corretta educazione alla salute orale.
È fondamentale lavarsi i denti almeno due volte al giorno, idealmente 20-30 minuti dopo i pasti, utilizzando uno spazzolino con setole morbide o medie e un dentifricio specifico per la protezione gengivale. Tuttavia, lo spazzolamento da solo non basta. È indispensabile pulire gli spazi interdentali con strumenti adeguati come il filo interdentale e gli scovolini, che rimuovono la placca dalle aree inaccessibili allo spazzolino, aiutando così a prevenire l'infiammazione gengivale.
Accanto all’igiene domiciliare, è fondamentale sottoporsi a controlli odontoiatrici regolari: visite e sedute periodiche di igiene professionale consentono di intercettare precocemente segni iniziali di gengivite o perdita di attacco parodontale. Durante questi appuntamenti, il dentista e l’igienista dentale possono valutare lo stato di salute delle gengive, proporre tecniche di pulizia personalizzate e consigliare i prodotti più adatti alle esigenze specifiche del paziente. La prevenzione passa anche attraverso l’informazione: imparare a riconoscere i sintomi iniziali della parodontite, consente di intervenire tempestivamente, evitando che il danno diventi irreversibile.
Un altro aspetto cruciale della prevenzione riguarda la stretta relazione tra parodontite e condizioni sistemiche, in particolare il diabete. È ormai ampiamente dimostrato che le persone con diabete, soprattutto se mal controllato, presentano un rischio più elevato di sviluppare malattie parodontali. L’infiammazione cronica delle gengive, a sua volta, può influenzare negativamente il controllo glicemico, instaurando un circolo vizioso che può complicare entrambe le condizioni [7].
Per prevenire le patologie del parodonto, è essenziale adottare anche una dieta equilibrata, con particolare attenzione al consumo di vitamina C. Questa vitamina, infatti, è fondamentale per la salute gengivale e parodontale, in quanto favorisce la sintesi del collagene, una proteina cruciale per la struttura e la resistenza dei tessuti gengivali. Un apporto adeguato di vitamina C contribuisce a rafforzare le gengive, prevenendo infiammazioni e infezioni che, se non trattate, possono evolvere in condizioni più gravi come gengivite e parodontite; inoltre, questa vitamina possiede proprietà antinfiammatorie e immunomodulatrici, che supportano il sistema immunitario nel contrastare le infezioni orali. La carenza di vitamina C, infatti, è strettamente legata a una maggiore predisposizione alle infezioni gengivali, a un’infiammazione accentuata e a una risposta immunitaria compromessa.
Pertanto, una dieta ricca di questa vitamina essenziale non solo riduce il rischio di malattie parodontali, ma aiuta anche a mantenere il parodonto sano e a prevenire danni più seri. Per un'adeguata prevenzione, è consigliabile consumare alimenti come agrumi, kiwi, peperoni e verdure a foglia verde, che sono ottime fonti di questa vitamina. In conclusione, studi scientifici confermano che una corretta assunzione di vitamina C è fondamentale per la prevenzione delle malattie gengivali e per mantenere un parodonto forte e sano [8].
È fondamentale, inoltre, adottare un approccio multidisciplinare che coinvolga odontoiatri, igienisti dentali, endocrinologi, dietologi e altri professionisti della salute. Una comunicazione efficace tra questi specialisti consente di monitorare con maggiore attenzione i pazienti a rischio e di fornire interventi coordinati, sia sul piano terapeutico che educativo.
Prendersi cura della salute orale non è dunque un’azione isolata, ma una parte integrante della salute e del benessere generale dell'organismo. La prevenzione della parodontite richiede non solo buone pratiche quotidiane, ma anche la volontà di mantenere sotto controllo tutte quelle condizioni che possono comprometterla. Solo attraverso una gestione attenta, consapevole e collaborativa è possibile ridurre il rischio di insorgenza della malattia, migliorare la qualità della vita e preservare nel tempo la funzionalità e l’estetica del sorriso.
Un aiuto veloce
Fonti e bibliografia
- Cos’è la parodontite?, Humanitas Medical Care, https://www.humanitas-care.it/news/cose-la-parodontite/
- Malattia parodontale e rischio successivo di esiti cardiovascolari e mortalità per tutte le cause: una meta-analisi di studi prospettici, PLoS One, https://doi.org/10.1371/journal.pone.0290545
- Il diabete aumenta il rischio di parodontite? Una revisione sistematica e un'analisi di meta-regressione degli studi prospettici longitudinali, Journal of Clinical Periodontology, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29502214/
- Gli effetti dei farmaci antiepilettici sulla salute orale, Journal of the Canadian Dental Association, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22260801/
- Gli effetti nascosti degli ormoni sulla salute gengivale e sul benessere generale delle donne, News-Medical.net, https://www.news-medical.net/news/20250307/The-hidden-impact-of-hormones-on-womens-gum-health-and-overall-wellbeing.asp
- Associazione tra esposizione a inquinanti ambientali e aumento dei rischi per la salute orale, una revisione completa, PubMed, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39835314/
- Cause, sintomi e trattamento della comorbidità tra parodontite e diabete, Humanitas.it, https://www.humanitas.it/news/cause-sintomi-e-trattamento-della-comorbidita-tra-parodontite-e-diabete/
- Effetto della vitamina C sulla salute parodontale, Journal of Periodontology, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10972636/