L'importanza della serenità, del movimento per la produzione di endorfine, dell'igiene orale per sentirsi sicuri
Nell'era delle telecomunicazioni e della connessione veloce la serenità è spesso confusa con l’inettitudine. Abituati ai ritmi incalzanti di una connessione 5G, abbiamo l'impressione che fermarci voglia dire fallire. Questo perché viviamo in una società che accende i riflettori sulla produttività e lascia in ombra l'importanza della serenità.
“Alla serenità nulla contribuisce meno della ricchezza e nulla più della salute.”
Le parole di Arthur Schopenhauer rivelano impeccabilmente la peculiarità della salute per una vita serena. Serenità non significa smettere di occuparci delle nostre incombenze, ma decidere di svolgerle rispettando il ritmo naturale del nostro corpo.
L’attività fisica ci fa sorridere
La serenità è uno stato mentale e fisico favorito dalla produzione, tra le altre cose, di endorfine, ovvero sostanze chimiche prodotte dal cervello che inducono il buon umore.
Il nome endorfina deriva dall'associazione delle parole “endogena” e “morfina”. La morfina è un oppiaceo usato come antidolorifico e stimolatore di euforia, mentre endogeno significa che viene prodotto dal nostro corpo.
Una modo semplice per stimolare la produzione di endorfine è svolgere dell’attività fisica. Durante uno sforzo fisico viene innescata la sintesi di oppiodi endogeni che procurano una sensazione di benessere. L’endorfina, infatti, riduce l’ansia, lo stress e aiuta a controllare l’appetito favorendo uno stato di serenità psico-fisica.
Più ci muoviamo, più ci sentiamo felici e quando siamo felici lo comunichiamo attraverso il sorriso, un gesto iconico di serenità e buon umore che si è aggiudicato uno spazio nel calendario. Il primo venerdì di ottobre, infatti si celebra la giornata mondiale del sorriso.
Il sorriso ha un potere inestimabile, in grado di stemperare un clima di tensione e malumore e di spargere felicità. La giornata mondiale del sorriso è nata dall’ideatore del sorriso più famoso del mondo, lo Smiley.
La storia di Harvey Ross Ball, il disegnatore dello Smiley
Il World Smile Day è stato festeggiato per la prima volta nel 1999 a Worcester, nel Massachusetts ovvero la città d'origine dell'inventore del simbolo del sorriso più famoso del mondo, lo “Smile”.
Era il 1963 quando una compagnia assicurativa statunitense commissionò a Harvey Ross Ball, un grafico freelance, il compito di disegnare un'immagine che promuovesse il buon umore nell’azienda. Il personale della compagnia assicurativa era molto preoccupato e depresso a seguito di una fusione. Fu a causa di questo malumore che la compagnia decise di decorare bottoni e magliette con qualcosa che fosse in grado di ristorare gli animi. L'allora quarantaduenne Harvey Ball, veterano di guerra, tracciò un largo sorriso su uno sfondo giallo; giallo affinché ricordasse il colore del sole. In una prima bozza gli occhi non erano contemplati, ma ci si rese subito conto che ruotando l'immagine, quello che era un sorriso poteva facilmente trasformarsi in un ghigno triste. Fu così che il grafico aggiunse due puntini, volutamente uno più grande e l'altro più piccolo, perché rispecchiassero l’asimmetria di un volto umano.
La compagnia assicurativa fece stampare cento spille per i propri impiegati, ma la faccina gialla sorridente venne richiesta a gran quantità da molti altri clienti e finì stampata e usata nei più diversi ambiti.
Trentasei anni dopo Harvey Ball volle dedicare la giornata del sorriso alla propria città. L'iniziativa piacque e prese subito piede globalmente dando persino vita ad un'associazione, la World Smile Foundation, il cui intento è quello di migliorare il mondo un sorriso alla volta, come recita il loro slogan.
La storia di Harvey Ball ci insegna quanto un sorriso abbia il potere di abbattere le barriere, un disegno tanto semplice ed efficace da riuscire a conquistare tutti.
Una faccia sorridente può cambiare il mondo
Quando ci prendiamo cura della nostra igiene orale siamo più inclini a sorridere e più sorridiamo più invitiamo gli altri a fare altrettanto.
Per garantire una pulizia adeguata della bocca ovunque e in qualunque momento, assicurati di avere sempre con te il GUM® Poket Kit. Un kit dotato di spazzolino, dentifricio, filo e scovolino interdentale che ti consente di svolgere una corretta igiene dentale anche fuori casa.
Una maggiore attenzione alle cure dentistiche ci fa sentire più sicuri e ci spinge a sfoggiare il nostro sorriso, nella vita come nelle foto.
Uno studio americano ha rivelato che il sorriso si è allargato sempre di più nel corso degli anni.
La metamorfosi del sorriso nelle foto
La ricerca della metamorfosi del sorriso nasce nell'Università della California, a Berkeley, dove gli studiosi hanno deciso di analizzare un repertorio di immagini standardizzate, quelle degli annuari americani digitalizzati dalle biblioteche locali.
Le foto frontali, circa 37 mila scattate tra il 1905 al 2010 circa, sono poi state sovrapposte per creare una sorta di volto medio maschile e femminile di ogni epoca. I risultati rivelano una sempre maggiore predisposizione a mostrare i denti man mano che si procede negli anni, soprattutto tra le ragazze.
All’inizio del secolo si posava a bocca serrata. Gli standard di bellezza dell'epoca imponevano una posa composta e un'espressione seria.
Lo stesso Mark Twain disdegnava i sorrisi: «Una fotografia - ha scritto - è un documento importante, e non c'è niente di peggio che lasciare ai posteri uno sciocco, stupido sorriso catturato e fissato per sempre».
La studiosa Christina Kotchemidova spiega che a metà dell’Ottocento i fotografi invitavano i soggetti ritratti a dire “prunes” (prugne) invece di “cheese” per aiutarli a mantenere le labbra chiuse, questa tendenza era molto probabilmente dettata dalla difficoltà di restare in posa con un sorriso autentico a lungo. La pratica per eseguire una fotografia all'epoca richiedeva che il soggetto restasse perfettamente immobile per diversi secondi.
Ad incentivare il sorriso a trentadue denti ha sicuramente contribuito George Eastman Kodak che, con il lancio delle sue fotocamere low cost, ha rivoluzionato il mondo delle foto. Le sue campagne pubblicitarie infatti invitavano le persone a sorridere e a lasciare un'immagine felice di sé.
Si deduce quindi che otturatori di camere più veloci e una maggiore attenzione alla cura della nostra bocca ci hanno permesso di sfoggiare sorrisi sempre più larghi.