
Carie interdentale: sintomi, cause e rimedi per avere una bocca sana
La carie interdentale è una condizione piuttosto comune che può colpire persone di tutte le età. Si sviluppa negli spazi tra un dente e l’altro, ovvero in quelle aree meno visibili e più difficili da raggiungere con le normali pratiche di igiene orale quotidiana. Proprio per la sua posizione nascosta, spesso non viene individuata tempestivamente e tende a essere scoperta solo durante una visita di controllo dal dentista.
A differenza delle carie più superficiali o facilmente visibili, quella interdentale può progredire in modo silenzioso, danneggiando gradualmente lo smalto e i tessuti profondi del dente. Si tratta di una problematica spesso legata non solo a una routine di igiene orale non del tutto efficace, ma anche a scorrette abitudini quotidiane. Tuttavia, può essere prevenuta con semplici accorgimenti.
Conoscere meglio cos’è la carie interdentale, come si sviluppa e quali fattori la favoriscono è il primo passo per proteggere la propria salute orale e mantenere un sorriso sano nel tempo.

Cos'è la carie interdentale?
La patologia dentale più insidiosa è senza dubbio la carie. In particolare, la carie interdentale è un’infezione localizzata che si sviluppa nello spazio interprossimale, ovvero tra due denti adiacenti. A differenza delle carie che colpiscono la superficie masticatoria o esterna del dente, quella interdentale si annida tra le pareti laterali, rendendo più complesse sia la prevenzione che la diagnosi.
Come tutte le carie, anche quella interdentale è causata dall’azione dei batteri presenti nella placca dentale. Questi microrganismi, nutrendosi degli zuccheri introdotti con l’alimentazione, producono acidi che attaccano progressivamente lo smalto. Se non viene intercettata e trattata in tempo, la carie può progredire in profondità, raggiungendo prima la dentina e, nei casi più gravi, la polpa del dente, con conseguente dolore e possibili complicazioni come infezioni o ascessi.
Uno degli aspetti più critici di questa forma di carie riguarda non solo la difficoltà di rilevarla a occhio nudo, ma anche l’assenza di sintomi evidenti nelle prime fasi. Spesso, infatti, viene scoperta solo quando ha già causato danni significativi. La diagnosi precoce è possibile principalmente attraverso visite periodiche dal dentista; quest'ultimo, infatti, può individuarla mediante strumenti specifici come la radiografia bite-wing [1]. Si tratta di uno degli esami radiografici più conosciuti e utilizzati, in grado di fornire immagini dettagliate delle superfici tra un dente e l’altro, zone in cui questa tipologia di carie tende a svilupparsi. Grazie alla sua precisione, questa tecnica permette di rilevare anche carie di piccole dimensioni non visibili ad occhio nudo.
In conclusione, accorgersi della presenza di una carie interdentale non è semplice. Per questo motivo è fondamentale sottoporsi a controlli regolari, almeno due volte l’anno, anche in assenza di sintomi. La prevenzione e il monitoraggio costante possono fare la differenza, evitando conseguenze più serie per la salute orale [2].
Come riconoscere una carie tra due denti
Riconoscere una carie interdentale non è sempre facile, soprattutto nelle fasi iniziali. Trattandosi di una lesione che si sviluppa in una zona nascosta alla vista, può passare inosservata anche per diversi mesi.
Uno dei segnali più comuni che possono far sospettare la presenza di una carie tra i denti è una sensibilità localizzata, ad esempio al freddo, al caldo o ai cibi zuccherati. Questa sensibilità può essere lieve e transitoria, oppure più marcata e duratura nel tempo. In alcuni casi, può manifestarsi un fastidio durante la masticazione, spesso percepito su un lato specifico della bocca.
Altri campanelli d’allarme includono la presenza di alito cattivo persistente o un sapore sgradevole in bocca, gengive arrossate o gonfie nella zona interessata, oppure sanguinamento durante l’uso del filo interdentale. Anche l’accumulo frequente di cibo tra gli stessi due denti può essere un indizio da non trascurare.
Quando la carie è più avanzata, può comparire dolore continuo o pulsante e, in alcuni casi, si può notare un cambiamento di colore o una macchia scura sul lato del dente. Se si nota che il dente tende a ingiallirsi o perde la sua trasparenza naturale, è importante rivolgersi subito al dentista: potrebbe essere necessario intervenire con un’otturazione o, nei casi più seri, con una devitalizzazione [3].
Ad ogni modo, è importante ricordare che non sempre la carie interdentale dà segnali chiari. Per questo motivo, le visite regolari presso degli specialisti sono fondamentali non solo per ottenere una diagnosi corretta, ma anche per poter intervenire con una cura adeguata prima che il problema si aggravi.
Possibili cause di una carie interdentale
La carie interdentale si sviluppa a causa di diversi fattori che favoriscono la formazione e la progressione del danno.
Il principale responsabile è la placca batterica, una sottile pellicola composta da batteri e residui alimentari che si deposita continuamente sulle superfici dentali. Quando la rimozione della placca non viene eseguita con regolarità, soprattutto nelle zone difficili da raggiungere, i batteri presenti al suo interno producono acidi che, con il tempo, possono danneggiare lo smalto e causare l’insorgenza della carie [4].
La difficoltà nella pulizia è particolarmente evidente nei denti posteriori, come molari e premolari, dove l’accesso con lo spazzolino è più complicato. In queste aree, la placca tende ad accumularsi più facilmente, aumentando così il rischio di sviluppare carie interdentali.
Uno degli aspetti più critici riguarda proprio l’igiene degli spazi tra i denti. Se non si utilizzano strumenti specifici come il filo interdentale o gli scovolini, è più facile che in queste zone si accumulino placca e residui alimentari, creando un ambiente favorevole alla proliferazione batterica. Per facilitare la pulizia anche negli spazi più stretti, può essere utile utilizzare un filo interdentale ad alta scorrevolezza come GUM® EASY FLOSS, realizzato in materiale PTFE: resistente, sottile e progettato per non sfilacciarsi, scivola facilmente tra i denti e sotto il margine gengivale, contribuendo a rimuovere la placca in modo efficace e delicato.
Con il tempo, la placca non rimossa può mineralizzarsi trasformandosi in tartaro, un deposito duro che favorisce ulteriormente la formazione della carie e l’infiammazione delle gengive [5]. Per questo, curare ogni dettaglio dell’igiene orale quotidiana non è un’opzione, ma una necessità per mantenere la salute della bocca nel tempo.
Anche l’alimentazione svolge un ruolo importante: un consumo frequente di zuccheri semplici e carboidrati fornisce il “carburante” ai batteri, che producono acidi dannosi per i denti [6]. A questo si aggiungono eventuali alterazioni della saliva, come una ridotta produzione o una composizione meno efficace, che limitano la naturale capacità della bocca di neutralizzare gli acidi e proteggere lo smalto. La cosiddetta “bocca secca” (xerostomia), ad esempio, può ridurre significativamente questa protezione, facilitando la formazione di lesioni tra i denti [7].
Infine, anche la forma dei denti e la presenza di otturazioni o protesi fisse non perfettamente aderenti, come capsule o ponti, possono favorire l’accumulo di placca negli spazi interdentali, rendendo più difficile mantenere una corretta igiene del cavo orale e aumentando così il rischio di carie.
Trattamenti e rimedi utili
Il trattamento della carie interdentale varia in base al livello di avanzamento della lesione. Se quest’ultima viene individuata nelle prime fasi, quando il danno è ancora superficiale e limitato allo smalto, può essere sufficiente un intervento conservativo, come una semplice otturazione. In questo caso, il dentista rimuove la parte danneggiata e ricostruisce il dente utilizzando un materiale da restauro, spesso in resina composita, per ripristinare sia la funzionalità che l’estetica del sorriso.
Quando, invece, la carie ha raggiunto strati più profondi del dente, può essere necessario un trattamento più complesso. Se l’infezione ha interessato i nervi, si procede generalmente con una devitalizzazione (o terapia canalare), un intervento che prevede la rimozione della polpa infetta, la disinfezione del canale radicolare e la sua sigillatura [8].
Nei casi più gravi, in cui il dente risulta ormai troppo compromesso per essere salvato, può essere necessaria l’estrazione, seguita da un intervento di chirurgia implantare per sostituirlo con una protesi artificiale. In alternativa, se il dente è ancora recuperabile ma l’aspetto estetico è stato compromesso, si può valutare l’applicazione di faccette dentali per ripristinare un sorriso armonioso e naturale [9].
In ogni situazione, la chiave è intervenire tempestivamente. Rimandare il trattamento può portare a complicazioni più serie come infezioni profonde o, nei casi peggiori, alla perdita del dente, quindi è fondamentale non sottovalutare la condizione e richiedere sempre un consulto ad hoc, così da individuare la strategia terapeutica più adatta al proprio caso.
Prevenzione delle carie interdentali
La carie è una delle malattie dentali più comuni e può colpire sia bambini che adulti. Nei più piccoli, si stima che circa il 40% abbia già avuto almeno un episodio di carie entro i sette anni, mentre tra gli adolescenti la percentuale può arrivare fino all’85%. Negli ultimi anni, tuttavia, si è registrata una riduzione significativa dei casi, grazie a una maggiore attenzione all’igiene orale e alla prevenzione. Questo trend positivo dimostra quanto le corrette abitudini quotidiane possano fare la differenza nella salute del cavo orale. La prevenzione rimane comunque essenziale, soprattutto per contrastare forme di carie più difficili da individuare, come quella interdentale [10].
Per prevenire il rischio di carie interdentale, è utile seguire alcune semplici ma efficaci regole:
- mantenere una buona igiene orale, spazzolando i denti almeno due volte al giorno con un dentifricio al fluoro e utilizzando quotidianamente il filo interdentale o gli scovolini per pulire gli spazi tra i denti;
- limitare il consumo di zuccheri, in particolare dolci e snack, per ridurre la produzione di acidi che indeboliscono lo smalto;
- evitare il fumo, che può compromettere la salute delle gengive e aumentare la predisposizione alle carie;
- usare un collutorio al fluoro, utile per rafforzare lo smalto e contribuire a ridurre la presenza batterica [11];
- seguire con attenzione le indicazioni del dentista, soprattutto in caso si usino apparecchi ortodontici, che possono rendere più difficile la rimozione della placca;
- effettuare controlli periodici dall'odontoiatra, essenziali per individuare precocemente eventuali lesioni cariose. Durante queste visite è consigliata anche una pulizia professionale, che può includere l’ablazione del tartaro e, se necessario, l’uso dell’air flow per una detersione più profonda [12].
Un altro aspetto spesso sottovalutato è l’importanza della masticazione: consumare alimenti che richiedono uno sforzo masticatorio maggiore stimola la produzione di saliva, un prezioso alleato naturale. La saliva, infatti, ha proprietà antibatteriche e aiuta a neutralizzare gli acidi presenti nella bocca, contribuendo così a proteggere lo smalto dai danni.
Un aiuto veloce
Fonti e bibliografia
- Precisione della radiografia bite-wing extraorale nel rilevamento della carie prossimale e della perdita ossea crestale, Archives of Oral Biology, https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0002817717307882
- Carie tra due denti: come curarla, Humanitas, https://www.humanitas.it/news/carie-tra-due-denti-come-curarla/
- Carie e carie dentale, Mayo Clinic, https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/cavities/symptoms-causes/syc-20352892
- La pulizia interdentale è associata a una ridotta prevalenza di malattie orali, Journal of dental research, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29481764/
- Placca dentale e carie sulle superfici occlusali dei primi molari permanenti in relazione allo stadio di eruzione, Journal of dental research, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/2715469/
- Zuccheri e carie dentale, The American Journal of Clinical Nutrition, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0002916522034086
- Prevenzione della carie per pazienti con secchezza delle fauci, Journal (Canadian Dental Association), https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21774875/
- Il restauro dei denti devitalizzati: una revisione della letteratura clinica, International endodontic journal, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33128279/
- Progressi nelle faccette dentali: materiali, applicazioni e tecniche, Clinical, Cosmetic and Investigational Dentistry, https://www.tandfonline.com/doi/full/10.2147/CCIDEN.S7837#d1e139
- Prevenzione della carie dentale: una revisione dei trattamenti efficaci, Journal of clinical and experimental dentistry, https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC5149099/
- La prevenzione può eliminare la carie? Advances in dental research, https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/08959374950090020201
- L'effetto del flusso d'aria sulle misurazioni della conduttanza elettrica sito-specifica utilizzate nella diagnosi di carie di fossette e fessure in vitro, Caries research, https://karger.com/cre/article-abstract/31/2/111/84571/The-Effect-of-Airflow-on-Site-Specific-Electrical